“El mato che core !!” Intervista a Mario Binato:

18:13 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Lo incontriamo dopo una sua uscita di running mattutina, Mario Binato, classe 1940 alla bellezza di 70 primavere, continua a correre ogni volta che gliene si presenti l´occasione.

Iniziamo subito chiedendogli dei suoi inizi di come fosse diviso fra corsa e ciclocross (vinse anche un titolo Veneto),  entrambi con buoni risultati, finché un giorno……la prima maratona, anno 1970 tempo: 2h 29´ e la scelta definitiva verso la corsa.

“Dopo la maratona viene Perraro e mi dice che faremo una buona preparazione invernale……..ricordo le corse verso Thiene, con Angelo (ndr Perraro) in bicicletta che mi segue e fa compagnia (il traffico era completamente diverso), in lieve salita andando e sfruttando la lieve discesa per far girare le gambe, tornando.”

“Anni dopo lavoravo da Galla a Vicenza e andavo di corsa al mattino tornando la sera sempre con le scarpette ai piedi macinavo chilometri su chilometri”

Da lí l´inizio di una splendida carriera atletica, vestendo 13 volte la maglia azzurra (l´ultima a 37 anni), partecipando a 4 Cross delle Nazioni, un campionato Europeo ad Helsinky. Ottenendo tempi ancor oggi invidiabili: 14´36” nei mt 5.000, 29´56” nei mt 10.000 e 2h 19´nella maratona.

“In quegli anni, all´incirca fino al 1975, non esisteva la mezza maratona bensí l´ora su pista dove ho un primato di 19,6 km. Ho corso 25 maratone la prima nel 1970 e l´ultima ufficiale nel 1981 a N.Y.C. in 2h 24´. L´ultima maratona assoluta è stata peró quella di Milano nel 2002, dove ho voluto festeggiare i miei 42 anni di carriera atletica correndo i 42 km per l´ultima volta” (ndr 3h26´ a 62 anni).

Dopo aver parlato di “personali”, maglie azzure e di maratone gli chiedo qual´è il ricordo di una competizione che ancor oggi gli fa  venire la “pelle d´oca”?

“Eravamo in provincia di Mantova e la gara era una semplice non competitiva di 12 km con arrivo peró all´interno dello stadio cittadino nell´intervallo fra il primo ed secondo tempo della partita fra il Mantova e la Juventus. Ricordo ancor oggi la sensazione di presentarmi primo, in uno stadio gremito di folla che mi incitava e mi applaudiva. Cose a cui noi maratoneti non eravamo abituati a differenza di altri sport………”

Un altro aneddoto ce lo racconta di quando, vestiva la maglia della Pro Patria ed alla fine di una maratona a Paestum, in visione dello striscione d´arrivo “ho provato a distaccare un altro atleta che mi seguiva, ho provato a cambiare passo ma il caldo e l´umiditá hanno avuto la meglio e…………mi sono svegliato all´ospedale.”

Lo incalzo con le domande e le risposte arrivano dirette, franche ed anche taglienti.

Mario, se tu oggi dovessi dare alcuni consigli ad un giovane che si avvicina a questo sport, cosa gli diresti ?

Consigliare i giovani d´oggi non è facile, sanno giá tutto (credono loro) e “i gha poca voia  de far fadiga”. A chi però affronta una maratona per la prima volta mi sento di dire: parti tranquillo, sappi che negli ultimi chilometri la psicologia è fondamentale, non finirla “suonato” ma soprattutto………….non porti limiti.

Immagino tu segua ancora la corsa. Secondo te quali sono le differenze fra “il tuo periodo” e l´attuale ?

“Ora la corsa è molto piú tecnica, Gebreselassie dice che fra 20 anni la maratona verrá corsa sotto le 2 ore; oggi portano i runners come la Ferrari porta le sue macchine. A mio parere qui da noi stanno ammazzando la maratona non facendo crescere i talenti che abbiamo e facendo correre nelle nostre gare sempre tanti africani. Il miglior bianco arriva sempre oltre il 10 posto. Non dico assolutamente che sono contrario al fatto che corrano gli africani, anzi, ma forse ce ne fosse qualcuno in meno si darebbe la possibilitá ai nostri di  arrivare piú in alto in classifica ottenendo delle belle soddisfazioni che certamente contribuirebbero alla crescita di un atleta.”

Ti faccio 3 nomi di atleti vicentini: Fattori, Fontanella e Bordin. Quanto avete sudato insieme ?

Paolo, era capace di raccontarti una barzelletta per mezz´ora e poi dirti che non si ricordava piú il finale. Vittorio, uno dei “veri” amici con il quale ho condiviso al preparazione invernale del ‘79’80 che lo ha portato al risultato di Mosca. Gelindo, con lui non era e non è, mai necessario parlare, ci si capisce sempre. Se sommiamo tutto il sudore che abbiamo versato insieme………torna l´alluvione a Vicenza.”

Certamente possiamo considerare Mario Binato il capostipite di due generazioni di runners e di maratoneti che, con lui e dopo di lui, hanno ottenuto molti risultati di prim´ordine anche a livello internazionale. Ne citiamo solo alcuni sapendo che ne mancano moltissimi altri, Pizzolato, Pesavento, Bordin, fino a Vivian ma molti molti altri. 

Saluto Mario, lo ringrazio per il tempo che ci ha dedicato e guardandolo andare verso l´auto  ne ricordo ancora alcune parole: “la corsa la mia vita, l´atletica mi ha dato il 101”.

Da parte mia un´unica  riflessione finale: non avevo confidenza prima di oggi con Mario e certamente non posso dire di conoscerlo bene ora, mi ha dato però l´impressione di essere  un purista della corsa, un appassionato oltre il normale limite, diretto, schietto, a suo modo forse anche scomodo. Una persona cosí peró non puó che essere “un grande campione”.

Mi sono dimenticato di chiedergli, ma credo che avrebbe anche saputo rispondermi, quanti chilometri ha fatto nella sua vita.