ROCCO STRATI, dopo ben 74 anni da Gianni Caldana, stacca ed atterra a 7,58 metri nuovo record vicentino.
Ci sono voluti molti anni perché l’ eccezionale prestazione di Caldana (era stata avvicinata anche da Armando Gastaldon con 7,48 mt) venisse superata da un altro Vicentino. Vogliamo accostare i due saltatori, nel ricordo del primo e nel festeggiare il secondo, il presente del salto in lungo a Vicenza.
Nel ricordare Caldana ci piace affidarci ad uno stralcio dell’articolo pubblicato dal Giornale di Vicenza il 10 agosto del 2006 a firma G.M. (da noi tutti ben conosciuto).
BERLINO ’36, CALDANA PRIMA MEDAGLIA OLIMPICA VICENTINA
“………..In prima frazione, una bestemmia per i tecnici di oggi, Gli Stati Uniti schierano Jesse Owens (già tre ori vinti in questi giochi) che avrebbe voluto rinunciare a beneficio di una riserva.
L’Italia, che con Olanda e Germania si giocava le rimanenti posizioni sul podio aveva in prima Orazio Mariani. Per gli Stati Uniti la vittoria è poco più che una formalità.
Owens passa il testimone a Metcalfe già con un vantaggio impressionante; mentre il vicentino Gianni Caldana che già ha gareggiato nel salto in lungo, 110 ostacoli e 200, al via della seconda frazione sembra non avere più possibilità.
Caldana passa il testimone a Elio Ragni, con l’Italia in seconda posizione, staccatissima dagli Usa che hanno Draper in terza frazione, ma davanti ad Olanda e Germania. In ultima frazione gli Stati Uniti con Wycoff chiudono da trionfatori in 39”8, nuovo record del mondo, con un vantaggio abissale di 1”3 sull’Italia che, come ultimo frazionista, ha schierato Tullio Gonnelli.
Mariani, Caldana, Ragni e Gonnelli fanno proprio l’argento con il nuovo primato italiano di 41”1 davanti all’Olanda, che verrà però squalificata per perdita del testimone: il bronzo passerà così alla Germania.
Gianni Caldana, classe 1912, aveva iniziato a fare atletica sulla pista in terra rossa dello stadio “Menti”; quindi aveva vestito la maglia del G.A. Padovano, con cui nel 1930 aveva corso i 100 proprio al “Menti” in 11”.
Il 14 luglio 1936 Caldana realizzava 7,50 nel salto in lungo, nuovo record italiano che comunque il mese seguente sarebbe stato battuto dall’altro azzurro Maffei, 4° nella finale olimpica vinta con il primato mondiale di Jesse Owens. Un record mondiale che sarebbe durato oltre 20 anni. In quell’occasione anche Caldana riuscì ad entrare in finale con l’ottima misura di 7,46; Owens solo al secondo salto riuscì i 7,17 fissati per le qualificazioni.
Owens ciccò forse per troppa sicurezza il primo salto. Al secondo tentativo, venne avvisato dal rivale tedesco Lung che il segnale posto lungo la pedana, un accorgimento usato dagli atleti per misurare i passi di rincorsa, era stato inavvertitamente spostato. Owen rimise il segnale nella primitiva posizione e ottenne la misura per la qualificazione. La testimonianza di quello straordinario fair play (il tedesco fu poi argento dietro Owens) venne riportata proprio da Caldana.
Il vicentino saltò 7,26, che gli valse il 12° posto.
In seguito fu l’allenatore di alcuni campioni come Pietro Mennea e Sergio Ottolina; e precursore di un’attività, un tempo quasi rivoluzionaria ma oggi irrinunciabile, quale quella del preparatore atletico. Caldana lo fu con la Fiorentina, il Milan e l’Atalanta……….Vicenza non ha mostrato riconoscenza a Gianni Caldana, prima medaglia olimpica nell’atletica in chiave vicentina e a tutt’oggi unica medaglia azzurra delle staffette nei giochi olimpici e nei campionati mondiali. Pur continuando a frequentare Vicenza e i tanti amici, fra cui soprattutto il fotografo Mandrini, Caldana fu dimenticato.”
Nel ricordare la grandezza di Caldana appare ancor più importante il risultato di Strati.
“Un record che cade dopo 74 anni fa notizia. Il salto nella sabbia a 7,58 metri piazzato da Rocco Strati, atleta da sempre allenato dal Marconi Cassola e tesserato dal 2009 per l’Atletica Riccardi, è secondo gli esperti il più lungo mai effettuato da un atleta vicentino. Resisteva dal 1936 il 7,50 del grande Gianni Caldana, protagonista in quell’anno alle Olimpiadi di Berlino.
Sembra incredibile che per 74 lunghi anni nessuno sia riuscito ad andare più lontano. In mancanza di un archivio provinciale, un osservatore appassionato come Gianni Carollo sostiene che le cose stanno così, e un giornalista esperto del settore come Gec Marchetto lo conferma: «Non si trovano misure più lunghe. E io Caldana lo incontrai, prima della morte avvenuta nel 2000, e mi disse che nessun vicentino aveva mai saltato più del suo 7,50. Era molto attento alle cose sportive».
Che sia record o no, in ogni caso, il salto è stato molto importante. Rocco Strati, 22 anni, è ora il secondo d’Italia nelle graduatorie annuali della categoria Promesse, e ha il nono risultato assoluto del 2010. L’atleta negli ultimi due anni ha lavorato con grande impegno con il rinnovato staff del Marconi Cassola: un periodo di allenamenti sugli ostacoli insieme all’ex azzurro Devis Favaro, il lavoro assiduo di preparazione e rifinitura con Daniele Chiurato e Natalina Golin, quindi le verifiche e agli aggiustamenti tecnici di Francesca Franzon, allenatrice regionale specialista di ostacoli e lungo. Insomma lavoro di team per l’ostacolista e lunghista che a Borgo, alla finale nazionale di serie A Oro, ha colto l’argento nel lungo (dietro al finanziere Dal Castello planato a 7,98) e un quinto posto inatteso nei 110 hs, specialità in cui ha da poco fatto il personale in 14″75.
L’ultima fatica della stagione lo attende a Modena (9-10 ottobre) alla finale nazionale di Serie A Oro Under 23, dove difenderà lo scudetto conquistato un anno fa.” (comunicato ufficiale G.S.Marconi Cassola)