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“El mato che core !!” Intervista a Mario Binato:

18:13 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Lo incontriamo dopo una sua uscita di running mattutina, Mario Binato, classe 1940 alla bellezza di 70 primavere, continua a correre ogni volta che gliene si presenti l´occasione.

Iniziamo subito chiedendogli dei suoi inizi di come fosse diviso fra corsa e ciclocross (vinse anche un titolo Veneto),  entrambi con buoni risultati, finché un giorno……la prima maratona, anno 1970 tempo: 2h 29´ e la scelta definitiva verso la corsa.

“Dopo la maratona viene Perraro e mi dice che faremo una buona preparazione invernale……..ricordo le corse verso Thiene, con Angelo (ndr Perraro) in bicicletta che mi segue e fa compagnia (il traffico era completamente diverso), in lieve salita andando e sfruttando la lieve discesa per far girare le gambe, tornando.”

“Anni dopo lavoravo da Galla a Vicenza e andavo di corsa al mattino tornando la sera sempre con le scarpette ai piedi macinavo chilometri su chilometri”

Da lí l´inizio di una splendida carriera atletica, vestendo 13 volte la maglia azzurra (l´ultima a 37 anni), partecipando a 4 Cross delle Nazioni, un campionato Europeo ad Helsinky. Ottenendo tempi ancor oggi invidiabili: 14´36” nei mt 5.000, 29´56” nei mt 10.000 e 2h 19´nella maratona.

“In quegli anni, all´incirca fino al 1975, non esisteva la mezza maratona bensí l´ora su pista dove ho un primato di 19,6 km. Ho corso 25 maratone la prima nel 1970 e l´ultima ufficiale nel 1981 a N.Y.C. in 2h 24´. L´ultima maratona assoluta è stata peró quella di Milano nel 2002, dove ho voluto festeggiare i miei 42 anni di carriera atletica correndo i 42 km per l´ultima volta” (ndr 3h26´ a 62 anni).

Dopo aver parlato di “personali”, maglie azzure e di maratone gli chiedo qual´è il ricordo di una competizione che ancor oggi gli fa  venire la “pelle d´oca”?

“Eravamo in provincia di Mantova e la gara era una semplice non competitiva di 12 km con arrivo peró all´interno dello stadio cittadino nell´intervallo fra il primo ed secondo tempo della partita fra il Mantova e la Juventus. Ricordo ancor oggi la sensazione di presentarmi primo, in uno stadio gremito di folla che mi incitava e mi applaudiva. Cose a cui noi maratoneti non eravamo abituati a differenza di altri sport………”

Un altro aneddoto ce lo racconta di quando, vestiva la maglia della Pro Patria ed alla fine di una maratona a Paestum, in visione dello striscione d´arrivo “ho provato a distaccare un altro atleta che mi seguiva, ho provato a cambiare passo ma il caldo e l´umiditá hanno avuto la meglio e…………mi sono svegliato all´ospedale.”

Lo incalzo con le domande e le risposte arrivano dirette, franche ed anche taglienti.

Mario, se tu oggi dovessi dare alcuni consigli ad un giovane che si avvicina a questo sport, cosa gli diresti ?

Consigliare i giovani d´oggi non è facile, sanno giá tutto (credono loro) e “i gha poca voia  de far fadiga”. A chi però affronta una maratona per la prima volta mi sento di dire: parti tranquillo, sappi che negli ultimi chilometri la psicologia è fondamentale, non finirla “suonato” ma soprattutto………….non porti limiti.

Immagino tu segua ancora la corsa. Secondo te quali sono le differenze fra “il tuo periodo” e l´attuale ?

“Ora la corsa è molto piú tecnica, Gebreselassie dice che fra 20 anni la maratona verrá corsa sotto le 2 ore; oggi portano i runners come la Ferrari porta le sue macchine. A mio parere qui da noi stanno ammazzando la maratona non facendo crescere i talenti che abbiamo e facendo correre nelle nostre gare sempre tanti africani. Il miglior bianco arriva sempre oltre il 10 posto. Non dico assolutamente che sono contrario al fatto che corrano gli africani, anzi, ma forse ce ne fosse qualcuno in meno si darebbe la possibilitá ai nostri di  arrivare piú in alto in classifica ottenendo delle belle soddisfazioni che certamente contribuirebbero alla crescita di un atleta.”

Ti faccio 3 nomi di atleti vicentini: Fattori, Fontanella e Bordin. Quanto avete sudato insieme ?

Paolo, era capace di raccontarti una barzelletta per mezz´ora e poi dirti che non si ricordava piú il finale. Vittorio, uno dei “veri” amici con il quale ho condiviso al preparazione invernale del ‘79’80 che lo ha portato al risultato di Mosca. Gelindo, con lui non era e non è, mai necessario parlare, ci si capisce sempre. Se sommiamo tutto il sudore che abbiamo versato insieme………torna l´alluvione a Vicenza.”

Certamente possiamo considerare Mario Binato il capostipite di due generazioni di runners e di maratoneti che, con lui e dopo di lui, hanno ottenuto molti risultati di prim´ordine anche a livello internazionale. Ne citiamo solo alcuni sapendo che ne mancano moltissimi altri, Pizzolato, Pesavento, Bordin, fino a Vivian ma molti molti altri. 

Saluto Mario, lo ringrazio per il tempo che ci ha dedicato e guardandolo andare verso l´auto  ne ricordo ancora alcune parole: “la corsa la mia vita, l´atletica mi ha dato il 101”.

Da parte mia un´unica  riflessione finale: non avevo confidenza prima di oggi con Mario e certamente non posso dire di conoscerlo bene ora, mi ha dato però l´impressione di essere  un purista della corsa, un appassionato oltre il normale limite, diretto, schietto, a suo modo forse anche scomodo. Una persona cosí peró non puó che essere “un grande campione”.

Mi sono dimenticato di chiedergli, ma credo che avrebbe anche saputo rispondermi, quanti chilometri ha fatto nella sua vita.

Un’amica…………Manuela Levorato

17:56 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Manuela Levorato è nata il 16 marzo 1977 a Dolo, in provincia di Venezia.  Ha iniziato a fare atletica a 17 anni, sotto la guida del tecnico Mario del Giudice. Dopo pochi mesi di attività si è aggiudicata il titolo italiano allieve sui 100 metri. Da juniores è stata finalista agli Europei di Nyiregyhaza nel ’95 e ai Mondiali di Sydney ’96. Agli Europei under 23 di Goteborg, nel 1999, ha vinto due medaglie d’oro, sui 100 e 200 metri. Nel 2002 si è aggiudicata due medaglie di bronzo agli Europei assoluti di Monaco. Nel 2007 ha fatto parte del quartetto azzurro che ha vinto la 4×100 in coppa Europa. A livello assoluto detiene i primati italiani sui 100 (11”14-2001) e 200 metri (22”60-1999) e le migliori prestazioni italiane dei 150 (17”28-2003) e 300 metri (36”30-2000). Suoi sono anche le migliori prestazioni italiane promesse sui 100 (11”20-1999) e 200 metri (22”60-1999). Al coperto detiene il primato italiano assoluto sui 200 (23”14-2003) e la migliore prestazione italiana assoluta sui 55 metri (6”83-2002), oltre alla migliore prestazione italiana promesse sui 60 metri (7”20-1999). Ha vinto 13 titoli italiani assoluti (9 indoor e 4 outdoor) e vanta 30 presenze in nazionale. Nel 2007 è entrata a far parte del gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare. Il 29 agosto 2008 è diventata mamma di Giulia. Vive a Sambruson di Dolo e dal 2009 è tornata ad allenarsi con Mario del Giudice, che è stato il suo primo tecnico.

GRAN-SERATA DELL’ ATLETICA LEGGERA – 28 gennaio 2011

11:35 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Caro amica/o é con immenso piacere che vogliamo invitarti alla “Gran serata dell’Atletica Leggera 2011 “, che avrà luogo venerdì 28 gennaio 2011 ore 20.00 presso il Ristorante Churrascaria MARACANA’di Povolaro Dueville (VI) località Pilastroni via Marosticana n° 2.

Dopo il successo ottenuto con la cena dell’11 giugno 2010, dove in tantissimi ci siamo ritrovati ed abbiamo festeggiato, è nata l’associazione Amici dell’Atletica, è partito il sito e con i fondi raccolti si sono intraprese iniziative benefiche significative; questo risulterà il terzo appuntamento di ritrovo e grazie alla continua crescita in termini numerici potremo contribuire concretamente ad aiutare le società che agiscono sul territorio a promuovere l’Atletica Leggera.

Un secondo ma non meno importante motivo di ritrovo è l’occasione per festeggiare e rendere onore ai nostri “vecchi” allenatori, sarà un momento veramente importante di riconoscimento affettivo e morale nei confronti di persone che hanno dato tanto a noi ed all’Atletica, ricevendo sempre troppo poco! Confidiamo quindi fortemente sulla tua presenza, sul tuo coinvolgimento per la riuscita della serata! Sicuri della tua comprensione relativa agli alti motivi che muovono l’iniziativa, ti aspettiamo magari accompagnato da altri “ ex “ o famigliari che intendano essere presenti.

Per ovvie ragioni organizzative chiediamo la conferma.

Programma della serata:

 Ore 20.00 ritrovo e saluto

 Ore 20.45 inizio della cena

 Ore 21.30 premiazione tecnici

 Ore 22.30 estrazioni della lotteria

 Ore 23.00 intrattenimento ed animazione musicale

Ti lasciamo i nostri recapiti per comunicare al più presto la tua adesione Nicola Gemo telefono 331 6931957, indirizzo e-mail nicola@gemo.it Umberto Pegoraro telefono 349 8211159, indirizzo e-mail pegoberto@alice.it

Come arrivare:

Il ristorante si trova a Povolaro di Dueville, in via Marosticana 2, in località Pilastroni. 0444 945477.  Lo si può raggiungere dall’autostrada A4 Milano Venezia prendendo la A31 Valdastico e uscendo al casello di Dueville per circa 3 km in direzione Vicenza.

Spiegaci come si fa ad andare così forte

19:44 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Ciao Nicola,

provo a rispondere alla tua domanda rimasta in sospeso nel blog http://amicidellatletica.it/  “spiegaci come si fa ad andare così forte”.

Chi mi ha visto correre in gioventù non dovrebbe stupirsi più di tanto delle prestazioni odierne, perché allora ho avuto la possibilità di sviluppare le qualità che mamma e papà mi hanno regalato nei tempi e nei modi concessi dall’adolescenza e dalla prima maturità. Probabilmente si stupisce chi invece mi ha visto precocemente involvere nella realizzazione del talento che mi era stato donato e nel tempo sembrava essere evaporato, mentre resisteva la voglia di correre e di far correre.

Tanto tempo e attenzione sono dedicati all’attività tecnica e dirigenziale in atletica, ma riesco a organizzarmi la vita per allenarmi per quel che mi consentono le risorse fisiche e nervose. Mi costa tanta fatica, a volte dico molte parolacce, ma alla fine parto sempre per il mio quotidiano rituale.

Leggo fra i registrati anche tanti giovani compagni di squadra – che magari mi riconoscono meglio dietro l’obiettivo della macchina fotografica – e a loro vorrei regalare qualche nota in più che magari li aiuti a riflettere con lucidità e lungimiranza sulla loro carriera sportiva.

In atletica la corsa è il gesto più semplice e quella di mezzofondo sembra esserlo un po’ di più, ma devono comunque combinarsi tanti fattori per un buon risultato. Quelli che mi hanno limitato maggiormente sono due: l’anemia e la funzionalità dei tendini di Achille.

L’anemia è stata un tarlo continuo finché ho fatto agonismo e navigavo spesso su valori ematici femminili. Poi ho ripreso a correre da amatore nel 2005 e sono tornato a controllarmi ogni 6 mesi circa quando ho cominciato a pensare alla maratona. Considerato che siamo in un’assise di lettori evoluti indico i valori medi degli ultimi 4 anni:

parametro RBC HGB HCT Fe Ferritina
unità di misura 106/µL g/dL % µg/dL ng/mL
valore 5,03 ±0,1 15,75 ±0,2 45,45 ±0,8 133 ±25 47 ±10

ho elaborato questa tabella un mese fa in risposta a una fortissima e più giovane amica che ha rinunciato alla maratona di autunno 2010 anche per l’anemia

Come ho fatto a suo tempo a diventare anemico con valori adesso così stabili? E con 2 genitori fantastici? Mio padre è 0 Rh- e leggevo quasi invidioso le analisi che gli arrivavano a ogni donazione di sangue: HGB a 17±1, HCT a 47±1 mentre io mi scassavo stomaco e intestino con il ferro per os. Forse erano i volumi di lavoro? Non credo proprio. Dal 2007 corro dai 4’600 ai 5’000km all’anno e non utilizzo reintegrazione specifica.

Altro discorso per i tendini di Achille che ho esaurito fra piste e scarpe chiodate. Hai un leggero eccesso di pronazione? Metti un plantare. Non basta? Metti un plantare più rigido. Ti si infiammano i tendini? Ti faccio l’infiltrazione. Ti si infiammano ancora? Te li curo col laser. Ti si infiammano ancora di più? Te li biscotto col nuovo laser più potente. Sempre a curare sintomi, mai a rimuovere cause. Col tempo i tendini di Achille non rispondono più, manco si infiammano tanto sono rigidi e fanno bloccare i polpacci ad andature ridicole. Stanco della situazione cerco risposte da una RMN il cui esito sembra innocente (nessuna evidente discontinuità, solo leggeri ispessimenti), invece l’ortopedico è perentorio: ”operiamo!”. Bravo lui, fortunato io: una semplice scarificazione bilaterale costringe il tessuto a ricostruirsi nella funzionalità e nella vascolarizzazione. Poi ci vuole tanta tanta pazienza per la rieducazione e la ricerca dei nuovi assetti. Molti amici sono rimasti zoppi nella fretta del rientro e l’età non è a mio favore. Intanto si fanno avanti tanti altri segni di invecchiamento che bisogna affrontare, quando non si possono schivare. Chi mi segue da poco nella fisioterapia mi dice “ritieniti un miracolato! sei fin troppo bravo a fare quello che fai”.

Fino a qui numeri e cronaca fra i quali chiunque può intravedere la risposta che preferisce. Questo è il gioco dei blog. Da parte mia posso dire che la costante e consistente minaccia alla mia integrità fisica e alla continuità dei risultati è stato l’eccesso di utilizzo del meccanismo anaerobico lattacido in allenamenti che sembravano il necessario presupposto allo sviluppo delle prestazioni. Quanti talenti sono stati bruciati dal veleno metabolico? Sia a livello muscolo-tendineo che a livello nervoso. Spesso gli infortuni diventano il reclamo di recupero da parte del fisico. E senza continuità nell’allenamento non c’è più crescita prestazionale quando si raggiunge la maturità.

Dopo questa lunga digressione posso quindi riprendere la domanda iniziale “spiegaci come si fa ad andare così forte”. Come dicono paradossalmente tanti fisiologi, sono stato fortunato a scegliere bene mamma e papà. Poi ci ho messo del mio a recuperare tardivamente una situazione compromessa per far emergere parte di quello che era rimasto inespresso. La domanda seguente spesso è “quanto durerai ancora?”. Di solito rispondo “finché mi reggono i pezzi!”. Perché l’età ti presenta il conto in modo inaspettato.

Come ho già scritto nel resoconto di NYC ho avuto la fortuna di assistere a quella che potrebbe essere l’ultima recita agonistica di Haile GEBRSELASSIE. Subito dopo la gara, fermato sul Queensboro dall’acutizzarsi di un problema a un ginocchio, ha annunciato a botta calda il suo ritiro (mai pensato prima!), poi smentito nella successiva settimana. C’è chi lo ha fatto riflettere sull’opportunità di far continuare la carriera almeno fino alle Olimpiadi di Londra 2012. Di sicuro gli torneranno i conti economici, avendo già impegni in rapida sequenza (ha un contratto con la maratona di Tokio fra 3 mesi), altrettanto di sicuro vacillano quelle certezze interiori che lo hanno reso il più grande mezzofondista di sempre. Rispetto a GEBRE, che non può permettersi cali di sorta, il vantaggio della mia decennale interruzione agonistica è che ho potuto presentarmi senza pretese e anche un palese rallentamento sui ritmi di almeno 15”/km sembra trascurabile.

A presto, Enrico

……..perche’ ti senti comunque un Finisher ed e’ questo quello che conta….

13:38 in Amici dell'Atletica da Nicola Gemo

Alcuni di noi hanno corso la maratona con risultati entusiasmanti come Enrico, ma anche spesso da amatori impreparati o malamente preparati. Il caso limite poi di un  ex velocista asmatico che si cimenta………..è riassunto da lui stesso qui di seguito. Sappiamo anche che ci sta riprovando, sempre con lo stesso spirito goliardico e che fra qualche mese, molto probabilmente, sentiremo ancora parlare di lui ed in quell’occasione avremo anche le testimonianze fotografiche. D.Z. Roma 2011

 

26 ottobre 1997 la mia prima maratona.

“Hai visto quello che ha scritto il grande Enrico di N.Y.C.M.2010, perchè non scrivi anche tu qualcosa delle tue esperienze ?” Così mi han detto gli amici del sito ed io, dopo averci pensato alcuni giorni, eccomi qui con l’unico scopo di dimostrare che tutti possono completare una maratona.

Per comprendere meglio l’impresa del 1997 bisogna sapere che fin da piccolo ho sempre avuto una predisposizione per la corsa, qualsiasi corsa purche’ breve; fin da piccolo come tanti bambini sfidavo chiunque, su qualsiasi distanza, purchè dalla partenza si vedesse CHIARAMENTE l’arrivo…

Figurarsi il dramma quel gennaio del 1997  quando dopo innumerevoli visite mediche mi veniva diagnosticata una forma di asma cronica…. addio alle corse…….. The End!

La tenacia mi portò a incontrare numerosi luminari dell’argomento e uno di loro, reduce da un congresso negli USA,  volle prendermi come cavia,  mi propose: operazione alle vie nasali…(doloreeee), poi il ricovero in una clinica sul Garda per studiare i miei succhi gastrici con la ricerca di una dieta a base di soli 4 elementi: acqua, lattuga, pasta, carne di mucca ai ferri; una “goduria” mi sono subito detto nell’apprendere che il tutto era senza limiti, nel senso della quantità.

Dopo circa 20 giorni mi ero già sgonfiato di parecchio ma la respirazione sempre uguale…. allora si è convenuto che potevo andare a camminare utilizzando il mio “ventolin” prima di partire, durante la passeggiata e alla fine per evitare attacchi pericolosi di asma. Alla fine di maggio il “ventolin” lo tenevo in tasca  per sicurezza e continuavano le mie lunghe camminate serali sugli argini del Tesina, fino a che ho cominciato a corricchiare lentissimamente con il ventolin che usavo a volte quando non respiravo più….ed infine ecco le prime marcie fiasp non competitive a fine giugno e cosi via.

Mio cognato maratoneta  mi accompagnava alle marcie e io mi illudevo di essere diventato un fondista….a fine settembre la grande decisione: perchè non andiamo a Venezia per la maratona? “Ti accompagno io” disse il cognato, “ti sto a fianco fino alla fine.” ……Chi poteva rinunciare all’aiuto psicologico di un’esperto maratoneta da 2 ore e 50′….

Ci siamo iscritti, ricordo ancora l’iscrizione via fax, certificato medico e tempo dell’ultima maratona….. per lui e per me S.T. (senza tempo) . Il giovedi pomeriggio siamo andati all’expo di Mestre a ritirare i conseguenti pettorali: n. 225 lui e 6750 il sottoscritto… diverso il logo e diverso anche il colore del pettorale…

La domenica mattina sveglia ore 4,30, 2 etti di spaghetti al pomodoro (per me la specialità dell’anno) e fette biscottate con marmellata… e via fino a Stra… Mi ero vestito come una cipolla, a strati…. canottiera col numero poi maglia vecchia/maglione rotto/ tuta mezza distrutta; tutti indumenti che dopo il via mi avevano detto si lanciavano a bordo strada….. ricordo che sopra avevo indossato un sacco della spazzatura gigante al quale avevo fatto i fori per la testa e le braccia…. Una passerella modello Armani!

Arriviamo a Stra, parcheggio…. riscaldamento… 2 allunghi ed entriamo nelle gabbie… io vestito come un palombaro e mio cognato con il numero in vista….Ci fanno entrare nella prima gabbia, davanti…. a 3 metri dalla striscia del via. Nella gabbia di quelli magri e forti…..

Prima del via quello al mio fianco chiede a mio cognato se aveva fatto atletica….. e mio cognato a rispondere che no aveva cominciato a correre da poco….. quanto fai nella maratona?   E tu?   2 ore e rotti… dove? Vigarano   e tu?  Cesano Boscone…. A se avessi cominciato prima, dice il nuovo amico e mio cognato a rispondere che io ero quello che aveva un passato in Pro Patria da giovane…. E subito a chiedermi… che tempo hai nella maratona? Mai fatta una rispondo… e lui che mi guarda incuriosito e mi chiede il personale nella mezza e io tranquillo che rispondo mai fatta una neanche di queste… lui mi fissa cercando di farsi venire in mente dove poteva avermi incontrato prima e dice ahhh mezzofondista forte allora?  No non mi e’ mai piacuito correre lungo……ma come? dice lui…. ma hai fatto atletica? Certo dico io … e lui tranquillizzato mi dice, lo vedevo da come ti muovi…. e cosa facevi allora? I 100 metri dico io e questo tipo senza salutare prende e se ne va indietro di 10 metri….

Oramai mancavano pochi minuti al via….  lo speaker aumenta il volume delle parole, presenta gli stranieri che fa entrare nella nostra gabbia uno ad uno ed io guardandoli comincio a capire che effettivamente sono diversi da me..

Mio cognato mi tranquillizza dicendomi che lui non vorrebbe mai avere quel fisico li che hanno loro… troppo magri dice lui… Ci siamo 5,4,3,2,1 fuoco… l’eco dello sparo era ancora nell’aria che mio cognato mi grida: ci vediamo all’arrivo, io vado e ti aspetto li……

Crollo psicologico incredibile….. comincio a correre… mi dico: vai piano il primo km intorno ai 6′ ma come si fa a correre piano con tutti questi qua che ti superano gridando perchè intralci la strada….Finalmente dopo circa 1000 sorpassi vedo il cartello del primo km e guardo l’orologio e vedo 4’50!   e via cosi proseguono i sorpassi fino al decimo km in 49’50” prendo una bottiglia d’acqua finalmente… nessuno si ferma e neanch’io mi fermo, 10′ impiegati a bere mezza bottiglietta d’acqua… ma senza fermarsi, un genio! Arrivo a metà maratona e vedo  1h 48’15” e penso se nella seconda metà ci mettessi anche 2 lunghissime ore scendo come ridere sotte le 4 ore…..

Appena finisco di pensare questo stiamo per entrare in Mestre; subito 2 cose mi restano in mente il cartello dei 22 e io che mi ritrovo a camminare e non so perchè… finita la benza! Dopo circa 30 metri che cammino cercando di ripartire passa un maratoneta anziano che avevo conosciuto la settimana prima e battendomi sulle spalle mi grida cosa fai adesso che inizia la maratona……proprio cosi, che bella figura di …..maratona…..

Ed io intanto…. duro….. cammina veloce/corri piano/cammina veloce arrivo in Corso a Mestre, si doveva percorrere tutto il corso e poi si tornava indietro.

Volevo passare le transenne perchè da me era scritto 26 km e dall’altra parte 29… ma era troppa la gente che vedeva e allora vai soffri…e continua….. andata e …… porca miseria le vesciche sotto i piedi… che male fare inversione in fondo al corso… ma avanti…. Finisce il centro di Mestre ed ecco lo stradone con i suoi cavalcavia lunghissimi verso il ponte della libertà…. La gente che si ferma sul ponte si appoggia con le mani sul gard-rail a guardare l’infinito…. Io penso se mi fermo qui non arrivo più… finisce il ponte e scopro che l’ultimo tratto diventa una salita durissima per lo stato come il mio ma la faccio di corsa…. Giu’ a dx che c’e’ il cartello 39 e poi dopo una vita 40 e godo perché vedo il crono che dice 3 ore e 44’ e mentalmente mi dico, come vuoi che faccia a fare 2,2 km in più di 16’? ormai è fatta… basta non camminare… ed infatti da li in poi cammino solo per il tratto in salita di alcuni ponti finali ed ecco che scendo dall’ultimo e chiudo in 4 ore e 2’…. Ma come c…o ho fatto ad andare cosi’ piano? E finchè me lo chiedo vedo che dopo il via ci sono delle transenne per incanalare i corridori e non riesco a capire cosa servono le 5 file se siamo cosi’ in pochi…..

Passo il traguardo… faccio 3/4 passi e mi incanalo anch’io, metto inconsapevolmente le mani sulle transenne ed ecco che mi cedono le gambe….. caspita adesso capisco a cosa servono le transenne, a tenere in piedi quelli distrutti come me….. arrivo dalle sorridenti hostess che mi consegnano … medaglia e lenzuolino lucido sponsorizzato che mi fa sentire come quelli in tv….. devo consegnare il chip e mi avvicino agli incaricati che vedo tolgono direttamente dalle scarpe dei corridori l’aggeggio e io penso…. Ma siamo matti? Vuoi che non riesca neanche a piegarmi per toglierlo da solo? ESATTO! Neanche a piegarsi e allora facciamo finta di niente, aspetto che me lo tolga la bellissima ragazza mora che a quel punto sembra un miraggio… ed ecco il cognato che mi viene incontro, che mi dice…… “non te rivavi più! Ho fatto in tempo a fare la doccia cambiarmi e andare al bar……”

Io invece cammino fino a dove mi riconsegnano la borsa, mi appoggio al muro per rivestirmi… i pantaloni non riesco ad indossarli se non dopo vari ed innumerevoli tentativi…. Che goffo che sono… non riesco a piegare le gambe ed i tendini? Rigidi e corti… ed ecco il dramma: il traghetto!

C’è un piccolo scalino per salire sopra e come faccio? Alla fine con astuzia… in retromarcia…. Appena dentro mi fermo subito tenendomi disperatamente al primo sostegno…….

Quando il traghetto arriva al tronchetto si scende in retromarcia… dolore fortissimo…. E 200 metri fino al pulman in circa 5’ trascinandomi come un reduce di guerra…. Con le numerose ferite… di guerra appunto… e voila’ la sorpresa! Chi ha inventato il pulman con tutti questi scalini per salire?

Chi se frega. Mi siedo sul secondo e tirando su i piedi mi risiedo su quello sopra e cosi’ salgo…. Ci sono riuscito e trovo una sedia libera…. E’ finita? No! Finisce a Stra con lo strazio della discesa fatta sorreggendomi tutto sulle braccia e via fino alla macchina….

Arrivo finalmente a casa e adesso è veramente finita sono le ore 18,00, cena e doccia prima di dormire… dormire? Chi dorme con tutti questi dolori…..

Ma…. il giorno dopo al lavoro…. neanche capace di camminare, ma….. TA…..TAN… alla gente che ti chiede “Cos’hai?” Si sorride come dei cretini e si tira fuori la medaglia bronzea con su scritto VENICE 97 e si gode…. come dei ricci….. perche’ ti senti comunque un Finisher ed e’ questo quello che conta….

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